martedì 26 giugno 2012

Rio+20 o Rio-20?

La conferenza internazionale sullo sviluppo sostenibile di Rio+20 si è chiusa da qualche giorno nel silenzio totale dei media (soprattutto quelli italiani).
Certo, se si fosse raggiunto un accordo più pregnante forse qualche parola in più sarebbe stata spesa, ma è indubbio che anche il racconto delle sconfitte serve ad affilare le strategie per i prossimi appuntamenti. Ed è altrettanto indubbio che se la società civile e gli elettori (e quindi i media) non comincieranno davvero a darsi da fare per mettere sotto pressione i propri governi affinchè si raggiungano obiettivi significativi in termini di ambiente, clima, povertà e sostenibilità dello sviluppo, mai potremo vedere realmente i segni del cambiamento.
Dunque, cosa è successo a Rio+20?
La montagna ha partorito un topolino (ecco il testo dell'"accordo").
Se ne è parlato su tanti blog e testate indipendenti, ma credo che il modo migliore per capirci qualcosa sia leggersi questo articolo di Alexios Mantzarlis, consulente per UNDP presso Rio+20, che sintetizza in modo puntuale i punti principali emersi dalla conferenza.
E per non farsi mancare proprio nulla, il consiglio è di fare un giro sul blog di Emanuele Bonpan, bravissimo giornalista ecologico freelance inviato a Rio.
Ecco alcuni degli articoli che Emanuele ha pubblicato durante i giorni di Rio. Buona lettura.
Rio+20, niente risultati, tanta volontà dal basso
La partita dei Soldi di Rio+20
Doppio autogol
RIo, finalizzato il testo dell’accordo

martedì 19 giugno 2012

Lettera a Mattia Calise (M5s)


"I miei colleghi guardano la partita durante il Consiglio... Accade nella sala adiacente allestita con il proiettore. La seduta andrà avanti tutta la notte, ma io qui li saluto, se questo è il rispetto delle istituzioni vado a mangiare normalmente a casa."
(Mattia Calise)







Caro Mattia,

ieri, prima di andartene a casa indignato (l'avrei fatto anch'io al tuo posto) hai scattato una bella fotografia.
E anche se non si vede, in quella foto ci sono anch'io, davanti a quello schermo improvvisato su cui scorrevano (un po' a scatti, per la verità) le immagini della partita dell'Italia, mentre nell'aula a fianco era in corso il Consiglio Comunale. Sì, lo puoi ben dire, ho commesso l'inespiabile colpa di assentarmi per qualche minuto dall'aula consiliare per guardare la partita.
Caro Mattia, mi perdonerai questo sfogo, ma il populismo ha le gambe corte, o almeno così vorrei pensare.
E sulle ali del populismo (e del popolino), stanotte quella fotografia ha fatto il giro di mezzo Facebook. Fuori l'iPad e click, hai immortalato un'istantanea rendendola un'icona. Un'immagine fantastica peraltro, bravo. Il sogno di ogni grillino. La dimostrazione (oserei dire) pubblicitaria che destra e sinistra (tuttiugualistessoschifo, naturalmente) sono shifosamente uguali (o ugualmente schifosi?) anche quando, figuriamoci!, si parla di pallone. Ovviamente in barba agli onesti cittadini che ci pagano pure il gettone.

Ecco, oggi hai sbattuto ancora una volta "il mostro in prima pagina", ma questa volta davanti al giochino del "like" facile non ci sto più.
Capisco che abbiate solo da guadagnarci dal diffondersi del popolo-pensiero tuttiugualistessoschifo, ma da te, che sei una persona che stimo, mi aspetterei qualcosa di più... come dire... raffinato.
Ad esempio, invece di indurre i tuoi lettori a pensare che "i cattivi" sono quelli che si prendono 10 minuti di pausa dall'aula o fanno due chiacchiere con il compagno di banco o leggono le mail durante il consiglio (cose che peraltro, ovviamente, anche tu stesso fai), perchè non racconti la verità fino in fondo?
Forse anche i tuoi lettori la smetterebbero con l'ipocrisia del "oh, guarda! Ci sono due consiglieri malvagi che chiacchierano!!!!!!", e forse si renderebbero conto anche loro che il guaio di questo sistema gravemente malato non è certo il fatto che il consigliere Taldeitali si è assentato per qualche minuto dall'aula per guardare uno spezzone di partita, quanto invece l'insieme di regole e prassi folli che hanno permesso che il non-rispetto delle istituzioni democratiche, della dialettica, dei tempi della politica e della vita, sia diventato la normalità. E' così che la "fuga dall'aula", oltre che normale, diventa desiderabile e anzi, quasi vitale. Per legittima difesa.

Caro Mattia, piacerebbe anche a me andare a casa a cena come hai fatto tu. Ma si da il caso che abbia la responsabilità di mantenere il numero legale per far sì che il bilancio della nostra città (bello o brutto che sia) venga votato entro il 30 giugno. E questo a costo di sopportare per giorni e notti le umiliazioni dell'opposizione che col suo ostruzionismo a oltranza svilisce il senso di quest'aula e il senso della democrazia. Ma cosa credete, che solo voi del M5S siate indignati di questo teatrino? Che solo voi siate imbarazzati della vuotezza di quest'aula??? 
Evidentemente no. 
Se ti ricordi bene, nel mio primo intervento (l'11 settembre scorso) ho parlato proprio di questo.
E ancora prima (il 29 luglio scorso, dopo la prima notte insonne in Consiglio), denunciavo: "non mi interessa niente di quello che è stato finora, non mi interessa niente se i miei colleghi dell'ex opposizione facevano esattamente lo stesso. Io - noi - arriviamo oggi. E oggi abbiamo il diritto di denunciare questo morbo che inquina la nostra politica e rende improduttivi e non più credibili i nostri sistemi politici".
Su queste battaglie, caro Mattia, sarò con te, sempre.
A patto però che lasciamo fuori la demagogia e il qualunquismo che danneggiano tutti in modo irreparabile, e distinguiamo il male dall'innocuo. Ecco, io credo che il male qui non siano "i politici della casta": i responsabili dello scempio istituzionale hanno nomi e cognomi, oggi sono i consiglieri dell'opposizione di centrodestra come ieri erano alcuni consiglieri del centrosinistra, con buona complicità di un regolamento folle che permette tutto questo. 
Non certo di chi invece di ascoltare il disco rotto di qualche consigliere d'opposizione (irresponsabile, provocatrice, demagogica, sfacciata) ha scelto di sedersi 10 minuti per vedere i gol dell'Italia (evvai).

PS: per la cronaca, con la discussione sull'addizionale irpef ci siamo portati a casa circa 2 euro l'ora. Naturalmente senza straordinari, ferie, malattie o contributi. Ahhh, la casta!

lunedì 18 giugno 2012

Aumento dei biglietti. La lezione milanese che Alemanno non segue

Riporto un interessante articolo di Marco Campione apparso lo scorso 6 giugno sul sito imille.org, in merito alla rimodulazione delle tariffe per il trasporto pubblico a Milano e a Roma.

Dal 25 maggio scorso il Comune di Roma ha aumentato le tariffe di ATAC. Biglietti e abbonamenti hanno subito un rincaro e dunque tutta la politica tariffaria è stata modificata. Può essere quindi interessante analizzare le scelte che sono state fatte al fine di verificare se la leva tariffaria può essere sfruttata per indurre negli utenti comportamenti più virtuosi.
In altri termini, dando per scontato che l’aumento fosse necessario o quanto meno inevitabile, la tesi di chi scrive è che ci sia modo e modo per procedere nella direzione di un uso “utile” di scelte anche dolorose. E non lo dico sulla base di una costruzione teorica, ma basandomi su un caso concreto: l’analogo aumento realizzato dal Comune di Milano lo scorso anno. Sia chiaro, non mi interessa tanto comparare direttamente i prezzi di biglietti e abbonamenti o analizzare quali detrazioni sono concesse nei due comuni, ma verificare come si è proceduto e quali scelte sono state compiute approfittando delle nuove tariffe.
Prendiamo i principali titoli di viaggio: per il biglietto giornaliero e bigiornaliero in entrambi i casi l’aumento è stato del 50%. Permane a Roma l’inspiegabile differenza con Milano rispetto alla validità di queste tariffe, molto utili per quei turisti (culturali o d’affari) che si fermano per brevi periodi: 24 o 48 ore dalla convalida a Milano, fino alle ore 24 del giorno di convalida (o del successivo) a Roma. Un primo esempio molto semplice di come nella Capitale la politica tariffaria sia più orientata a “fare cassa” che a determinare le scelte dell’utenza.
Le differenze ci sono per gli abbonamenti. Sia nelle tariffe, che nelle tipologie. Per quel che riguarda le tariffe degli abbonamenti ordinari, la differenza nelle scelte delle due città sembra minima, ma – come dirò – così non è. La tariffa ATM dell’abbonamento mensile e annuale è rimasta invariata, quella dell’abbonamento settimanale è aumentata del 26%, ovvero meno dell’aumento del prezzo del biglietto. A Roma l’abbonamento settimanale è aumentato del 50%, come il prezzo del biglietto, quello mensile del 16% e quello annuale del 10%. Con il paradosso che il settimanale ATAC costa 24 €  e il mensile 35 €. Perché non abolirlo del tutto?
Apparentemente gli aumenti degli abbonamenti ordinari mensili e annuali sono di scarsa entità, ma l’invarianza del prezzo dell’abbonamento annuale e mensile ha consentito ad ATM di impostare tutta la campagna di comunicazione su questo elemento, invitando esplicitamente i cittadini a dotarsi di un abbonamento quanto meno mensile. A Roma questo non è stato fatto, anzi l’incentivazione all’uso del mezzo pubblico è evidentemente del tutto estranea a questa amministrazione.
Giudizio confermato dalla novità più evidente e sconvolgente delle nuove tariffe ATAC: l’abolizione dell’abbonamento mensile per studenti e anziani, che saranno obbligati a ricorrere all’abbonamento annuale, con una limitazione aggiuntiva legata al reddito. Ulteriore novità, questa del reddito: soglia relativamente bassa (20.000 € di reddito ISEE), ma che denuncia soprattutto come si consideri l’abbonamento non un incentivo all’uso del mezzo pubblico, ma alla stregua di una politica sociale. Approccio che personalmente non condivido. A Milano si è fatta la scelta opposta, estendendo l’abbonamento per studenti a tutti i giovani sotto i 26 anni indipendentemente dal reddito ISEE e dall’essere studenti; reddito che invece nel capoluogo lombardo viene valutato per gli abbonamenti per gli Over 65, che viaggiano praticamente gratis se hanno un ISEE inferiore ai 16.000 €: questo sì – giustamente – un sostegno economico a una delle categorie più colpite dalla crisi.
Come anticipato, l’approccio di ATM, fortemente voluto dall’assessore Maran, ha consentito di impostare la campagna di comunicazione dello scorso anno volgendo in positivo la scelta (mai piacevole, ovviamente) di aumentare il prezzo del biglietto. Ma ha anche dato dei risultati? Le cifre che riporto nella tabella seguente (ultima colonna) non lasciano spazio a dubbi: crollo verticale delle vendite dei titoli di viaggio singoli e incremento senza precedenti degli abbonamenti. Con un vantaggio notevole per l'Amministrazione e per la città, grazie al numero di utenti che sono stati indotti a passare dal mezzo privato a quello pubblico.
Roma e Milano. Due città diversamente amministrate, non solo per il colore politico delle giunte. Due modi diversi di approcciare il problema, che evidentemente hanno alla loro base anche due approcci diversi all’uso dei mezzi pubblici e alla loro incentivazione. Diverso approccio che si è visto anche nella comunicazione degli aumenti. A Milano gli avvisi sono stati diffusi per tutta la città e in modo martellante nelle settimane che hanno preceduto l’aumento, a Roma invece nemmeno un cartello nella Metropolitana. La mattina del 25 maggio chi ha acquistato un biglietto ha scoperto un aumento del 50%. E Roma è anche una città turistica: è questo il rispetto per i cittadini e i suoi ospiti? Forse c’era un po’ di vergogna, ma qualunque sia stata la ragione non è un’attenuante e denota un pessimo rapporto con la città che si amministra.

Marco Campione
iMille.org – Direttore Raoul Minetti
http://www.imille.org/2012/06/aumento-dei-biglietti-la-lezione-milanese-che-alemanno-segue/comment-page-1/#comment-19166


giovedì 14 giugno 2012

I tre giorni dell'OCA


A tutti quelli che vogliono accendere milano.
A chi ha idee e passioni instancabili.
A chi al comune chiede molto e pretende di più.
Ecco i tre giorni dell'OCA, settantadue ore di incontri, workshops, spettacoli ed eventi per liberare la creatività e ragionare insieme sul futuro della cultura e degli spazi della nostra città.
L'appuntamento è dal 14 al 16 giugno allo spazio Ansaldo in via Tortona.
Qui il comunicato del Comune di Milano e Qui il programma dettagliato in pdf.
Ci vediamo là!

Ecco le vostre migliori cartoline

La milano che cambia, a partire dalle piccolezze, è sotto gli occhi di tutti.
Ecco qui una raccolta delle più belle cartoline che mi avete spedito in questi giorni!
Grazie a tutti per averci messo cuore e fantasia!!!


venerdì 8 giugno 2012

Cartoline dalla Milano che cambia


È un’affermazione che ha dell’incredibile quella del consigliere De Corato riguardo alle nuove panchine installate nei giorni scorsi in corso Vittorio Emanuele e in piazza Beccaria.
“Sono contrario perché ospiteranno i clochard”, aveva detto ieri il consigliere del PDL, trascinandoci indietro in un tempo ormai – fortunatamente – passato,  quando l’allora vicesindaco, in piena campagna elettorale, ordinava che le panchine in piazza Duca d’Aosta venissero costantemente bagnate così che nessuno ci si potesse più sedere. Turisti compresi. Perché così si dava a Milano una parvenza di… “ordine”.
Noi, per fortuna, ci sentiamo diversi. E allora non solo mi auguro che le panchine (ma anche le fontanelle, i tavoli, e ogni altro elemento di socialità urbana) possano essere sempre di più, ma voglio immaginare che ogni panchina, nuova o vecchia che sia, possa raccontare una storia. Una storia semplice, la descrizione di un attimo di autentica quotidianità: una donna che legge, un bacio tra amanti, un gelato in compagnia, un uomo che dorme. Una piccola grande storia, all’apparenza insignificante, ma che legata a tutte le altre sappia raccontare di una città che si prende cura di ciascuno con attenzione e umanità. A partire da un elemento così semplice come una panchina in una strada del centro.
Oggi mi sono seduto accanto ai comici Ale e Franz, all’allenatore Zeman e al mitico Forrest Gump, quattro storie meravigliose nate sopra una panchina.
Ma quante storie sa raccontare Milano? Mi piacerebbe che a dircelo fossero le nostre fotografie, delle cartoline con dei "saluti della Milano che cambia". Immortalate voi stessi o i vostri amici, felici, tristi, ridenti o pensierosi, su una panchina di Milano. Poi condividetela sulla mia pagina Facebook o inviatemela per email (emanuele.lazzarini@comune.milano.it).
Altro che decoro urbano: vedrà, consigliere De Corato, quanto saremo belli e quanto saremo umani!

Qui l'iniziativa ripresa da corriere.it.